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 OCSE- PISA: perché i nostri alunni peggiorano tanto?

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MessaggioTitolo: OCSE- PISA: perché i nostri alunni peggiorano tanto?   OCSE- PISA: perché i nostri alunni peggiorano tanto? Empty17.04.08 18:32

Nel mettere a confronto i dati IEA-PIRLS (fortemente positivi per la scuola primaria italiana) con i dati OCSE-PISA (sicuramente preoccupanti per la scuola secondaria italiana) sorge spontanea una domanda: cosa succede ai nostri alunni tra i 9/10 anni della ricerca PILS e i 15 anni della ricerca PISA? Perché i nostri alunni che verso la fine della scuola elementare ottengono risultati positivi in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale si trovano successivamente collocati tra i peggiori nel corso del primo anno della scuola secondaria?

Se poi andiamo a controllare il livello di alcuni esempi di prova e le risposte dei nostri alunni c’è seriamente di che preoccuparsi.

Domanda 1: la luce diurna

Quale tra queste affermazioni spiega perché sulla terra c’è alternanza tra giorno e notte?

A la terra ruota intorno al suo asse

B il sole ruota intorno al suo asse

C l’asse della terra è inclinato

D la terra ruota intorno al sole

Gli alunni italiani hanno risposto così:

A 37,6%, B 2,4%, C 24,00%, D 30,5%. (dati Invalsi)

Cosa succede insomma in quel segmento importante e delicato della nostra scuola che è la secondaria di primo grado? Esiste un problema di organizzazione, di funzionamento, di piani di studio e di pratiche di insegnamento nella ex scuola media?

E’ difficile dare una risposta, il problema è sicuramente complesso e investe non solo la scuola ma la famiglia e il territorio. Merita una profonda riflessione che stenta a farsi strada nel nostro paese e non riesce a coinvolgere come in altre nazioni la società civile.

Risposte preconfezionate non ne esistono, ma sarebbe importante non fermarsi alla superficie dei dati bensì scavare più a fondo per sapere indicare percorsi che possono rendere meno problematica l’attuale situazione.

La realtà è più complessa di quanto può apparire da una lettura puramente giornalistica dei dati e va osservata con maggiore attenzione.

Ma andiamo con ordine e cerchiamo per sommi capi di cogliere alcuni indicatori partendo dal rapporto pubblicato dall’Invalsi.



Che cos’ è il PISA

Il PISA è un’indagine internazionale promossa dall’OCSE per accertare le competenze dei quindicenni secolarizzati nelle aree della lettura, della matematica e delle scienze.

In PISA 2006 l’area principale di indagine è costituita dalle scienze con l’obiettivo di rilevare le competenze scientifiche degli studenti quindicenni: “literacy scientifica”. Con questo termine ci si riferisce non soltanto al possesso di specifiche conoscenze scientifiche, ma anche alla capacità di utilizzare in modo funzionale tali conoscenze in contesti di vita reale.

Tre competenze scientifiche sono identificate e valutate in PISA 2006:

- individuare questioni di carattere scientifico

- dare una spiegazione scientifica ai fenomeni

- usare prove basate su dati scientifici



Hanno partecipato a PISA 2006 cinquantasette paesi, tutti i trenta membri dell’OCSE e ventisette paesi pater.

Come strumenti di rilevazione sono stati utilizzati:

- Prova cognitiva per lo studente.

- Questionario dello studente.

- Questionario della scuola.

- Questionario per i genitori (somministrato solo in 16 paesi tra cui l’Italia).

L’ambito d’indagine principale di PISA 2006 è costituito dalle scienze ma la rilevazione ha coperto anche gli ambiti della lettura e della matematica, ottenendo in questo modo un profilo dettagliato per quanto riguarda le scienze e u n aggiornamento per quanto riguarda la lettura e la matematica.

L’Italia ha partecipato con un campione di 21773 studenti in 799 scuole, divise in macroaree geografiche (nord-est, nord-ovest, centro, sud, isole) e per indirizzi di studio (licei, istituti tecnici, istituti professionali, scuole medie, la formazione professionale).



L’Italia nel contesto internazionale.

I risultati in scienze: il punteggio medio degli studenti italiani nella scala complessiva di scienze è pari a 475 contro una media OCSE pari a 500. Non è statisticamente significativa la differenza di punteggio tra maschi e femmine.

La media dei 25 paesi dell’Unione Europea partecipanti è pari a 497. Sui diversi livelli della scala complessiva (sei), il 25,3% degli studenti italiani si colloca al di sotto del livello 2 che è stato individuato come il livello al quale gli studenti dimostrano il livello di base di competenza scientifica in grado di consentire loro di confrontarsi in modo efficace con situazioni in cui siano chiamate in causa scienza e tecnologia (media OCSE 23,2%). Meno del 5% si colloca nei due livelli più elevati (media OCSE 8%).

I risultati in matematica: il punteggio medio degli studenti italiani nella scala complessiva di matematica è pari a 462, contro una media OCSE di 498. La differenza tra il punteggio dei maschi (470) e delle femmine (453) è significativo.

Nei livelli di competenza sulla scala di matematica (sei) il 32.8% degli studenti si colloca al di sotto del livello 2, che è stato individuato come il livello al quale gli studenti dimostrano basi di competenza matematica in grado di consentire loro di confrontarsi in modo efficace con situazioni in cui sia chiamata in causa la matematica ( media OCSE 21,23%). Solo il 6,3% si colloca nei due livelli più elevati (media OCSE 13,3%).

I risultati in lettura: il punteggio medio degli studenti italiani nella scala di competenza in lettura è pari a 469(media OCSE 492). Il punteggio delle femmine (489) è significativamente superiore a quello dei maschi (448).

I livelli sulla scala di competenza in lettura sono cinque e complessivamente il 50,9% degli studenti italiani si colloca sotto il livello 3, che è stato individuato come il livello al quale gli studenti dimostrano basi di competenza n lettura tali da consentire loro di confrontarsi in modo efficace con contesti e situazioni di vita quotidiana che richiedono l’esercizio di tale competenza (media OCSE 42,8%). Il 5,2% si colloca nel livello più elevato della scala.

Molto interessanti a questo punto sono i dati relativi alle differenze tra le scuole e all’interno delle scuole nel livello di prestazione degli studenti espresso in termini di varianza.

In Italia il 52,1% della varianza totale è spiegata dalla varianza tra scuole. Questo significa che oltre il 50% della varianza nel livello di prestazione degli studenti è spiegato dalle differenze esistenti tra le diverse scuole frequentate dagli studenti (la media OCSE è del 33,1%).

Vi sono paesi all’interno dei quali si riscontra una percentuale molto più bassa (meno del 20%) della varianza totale: Danimarca 15,4%, Finlandia 5,8%, Spagna 13,9% ecc. e in alcuni di questi paesi la prestazione media degli studenti è superiore alla media OCSE. Ne consegue che in tali paesi è possibile fare affidamento su un livello di qualità diffusa delle scuole e che l’assicurare agli studenti con testi di apprendimento il più possibile equivalenti fra di loro non è incompatibile con il raggiungimento di livelli di risultato elevati. (commento Invalsi).

Viceversa in Italia il sistema scolastico risulta caratterizzato da rilevanti differenze tra scuole con un livello di prestazione complessiva degli studenti inferiore alla media.



Le differenze all’interno del sistema scolastico italiano.

Il campione italiano di PISA 2006 è stratificato per macro aree geografiche e per indirizzo di studio. E’ quindi possibile operare dei confronti interni al sistema scolastico italiano rispetto a queste stratificazioni.



I risultati in scienze:

E’ possibile rilevare le seguenti differenze:

- gli studenti di liceo conseguono i risultati migliori(518 superiore alla media OCSE) seguiti dagli studenti degli istituti tecnici (475), e da quelli degli istituti professionali (414.

- Il punteggio medio conseguito varia dal Nord al Sud del paese: Nord-est 520, Nord-ovest 501, Centro 486, Sud 448- Isole 432.

Al di sopra della media OCSE si collocano gli studenti dei licei del Nord-ovest, del Nord-est e del Centro; gli studenti degli istituti tecnici del Nord-ovest e del Nord-est. Negli istituti professionali il 49% degli studenti si colloca sotto il livello 2 della scala e soltanto lo 0,4 si colloca ai due livelli più alti della scala.



I risultati in matematica:

anche in questo caso gli studenti dei licei ottengono i migliori risultati: punteggio nazionale 499 con punte di eccellenza nel Nord-est 548, Nord-ovest 531, Centro 509 e risultati al contrario inferiori alla media OCSE nel Sud 473 e nelle Isole 454. Gli istituti tecnici hanno un risultato complessivo di 467, inferiore alla media OCSE, ma con punte di eccellenza nel Nord-est 521 e nel Nord-ovest 495. Negli istituti professionali la media nazionale è di 400 con il 60% degli studenti che si colloca ai livelli più bassi (sotto il livello 2).



I risultati in lettura:

anche per quest’area di competenza sono gli studenti dei licei a conseguire risultati migliori (media pari a 525); a differenza di quanto riscontrato per le scienze e la matematica tutte le aree geografiche si collocano o al di sopra o sostanzialmente in linea con la media OCSE. Negli istituti tecnici la media nazionale 463 è sotto la media OCSE con punte a livello di media OCSE nel Nord-ovest e nel Nord-est. Gli istituti professionali 391manifestano una significativa differenza con la media OCSE soprattutto nel centro, nel sud e nelle isole.

E’ possibile operare un confronto fra tre cicli per quanto riguarda la lettura e fra il 2003 e il 2006 per quanto riguarda la matematica.

Tra il 2003 e il 2006 il punteggio medio degli studenti italiani in lettura è diminuito in misura statisticamente significativa passando da 487 a 469 contro una media OCSE pari a 500 nel 2000 e a 492 nel 2006.

Tra il 2003 e il 2006 il punteggio medio degli studenti italiani in matematica non è cambiato in misura statisticamente significativa, passando da 466 a 462 contro una media OCSE pari a 500 nel 2003 e a 498 nel 2006.

“Si tratta di dati – commenta l’Invalsi – che richiedono ulteriori approfondimenti, ma che suggeriscono l’immagine di una scuola che da un lato continua a non riuscire a coltivare le eccellenze, dall’altro assiste ad uno slittamento verso il basso del livello medio di prestazione degli studenti (almeno per quanto riguarda la lettura)”.

Commento che presenta molti aspetti di verità ma sembra essere estremamente parziale e limitato nelle sue conclusioni. Mi sembrano molto più interessanti i dati disaggregati che rappresentano una realtà nazionale tipicamente italiana con dei marcati dislivelli tra i vari ordini di scuola e in parte tra le diverse aree geografiche. Soprattutto ciò ha valore se confrontato con i dati IEA PIRS che riguardano la lettura nella quarta classe della scuola primaria che presentano dati di eccellenza sostanzialmente omogenei fra tutte le aree geografiche.

Da Gilda
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