Tagli nella scuola:
Cgil, Cisl, Legambiente Scuola e Anci denunciano come il decreto ministeriale dello scorso febbraio abbia previsto un consistente taglio per il prossimo anno scolastico per le scuole sardi primarie e secondarie basandosi solo sul contenimento della spesa. A loro dire si accentuerebbe così lo spopolamento del centro dell'Isola
La Sardegna perderà 941 insegnanti nelle scuole primarie e secondarie di I e II grado in base ad un decreto del febbraio 2008 e ad una successiva circolare esplicativa del ministero della Pubblica Istruzione. A denunciarlo sono stati i sindacati Cgil e Cisl insieme a Legambiente Scuola e Anci (Associazione nazionale comuni italiani), che ha annunciato "ulteriori tagli degli organici per l'anno scolastico 2008/2009, soprattutto nell'area vasta-metropolitana di Cagliari e nei territori di Oristano, Nuoro e Sassari.
Nell’allegato al decreto ministeriale si legge che i tagli riguarderanno nell'Isola la scuola primaria (da 6.406 docenti a 5.993), la scuola secondaria di I grado (scuole medie, da 5.197 a 5.019) e la scuola secondaria di II grado (istituti superiori, da 7.875 a 7.525 docenti). Nella scuola dell'infanzia la dotazione organica rimarrà invariata (2.857 insegnanti), anche se viene denunciato un "sottodimensionamento della domanda con famiglie e bambini in lista di attesa". Gli insegnanti di sostegno, invece, saranno di fatto 2.599 (1.829 di diritto e 770 aggiuntivi comprese le deroghe), mentre nel triennio 2008/2010 è previsto un incremento sino a 2.162 unità. Tagli che per Peppino Loddo (Cgil), Enrico Frau (Cisl), Franca Battelli (Legambiente) e Renzo Ibba (Anci) sono da addebitare soltanto a una logica di contenimento della spesa “e del tutto indifferenti riguardo alla funzione di coesione sociale e di qualificazione della comunità che viene affidata alla scuola, spesso unica presenza istituzionale". Questi tagli, sottolineano ancora sindacati e associazioni, non tengono nel giusto conto la situazione peculiare della Sardegna, con la sua utenza scolastica estremamente frazionata sul territorio e quindi esposta agli interventi cosiddetti di razionalizzazione della rete scolastica. “Preoccupanti, quindi, sono le nuove misure di razionalizzazione degli organici degli insegnanti: soppressione di numerosi posti progetto, di tempo prolungato e tempo pieno, di sezioni sottodimensionate”.
Nel ricordare la specificità del territorio isolano e la particolare situazione del centro Sardegna in termini di spopolamento, sindacati e associazioni denunciano come "i tagli operati nella scuola stanno contribuendo ad accentuare il fenomeno, perché la necessità di garantire ai propri figli la possibilità dell'istruzione senza doverli sottoporre fin da piccoli ai sacrifici di un inaccettabile pendolarismo spinge le famiglie ad emigrare laddove il servizio è garantito".
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